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Trento, 17 giugno 2025
A San Romedio l’orso Bruno vive tra escrementi e incuria?
La denuncia arriva in consiglio provinciale:
«Basta animali prigionieri per folklore»

da il Dolomiti.it di martedì 17 giugno 2025

“Bruno vive in uno spazio di circa un ettaro, in un ambiente non consono alla vita di un plantigrado che necessita, per vivere dignitosamente, di aree molto estese" scrive nell'interrogazione la consigliera provinciale Lucia Coppola che continua: "Mi sono arrivate diverse segnalazioni  secondo le quali ultimamente il recinto dove vive Bruno è coperto di escrementi. Persino alcuni bambini presenti si chiedevano perché nessuno pulisse”

TRENTO. “Le segnalazioni dei visitatori parlano di feci non raccolte, spazi inadeguati e condizioni igieniche discutibili. Uno scenario indegno non solo per un animale protetto, ma anche per un territorio che si vanta di tutelare la fauna selvatica”. A dirlo è la consigliera provinciale, Lucia Coppola  che ha deciso di presentare una interrogazione sulla situazione in cui si trova l'orso ospitato al Santuario di San Romedio nel Comune di Sanzeno, in un’area recintata, vengono ospitati degli orsi.

Stiamo parlando di “Bruno” l'esemplare di orso che dal 2013 trascorre la sua vecchiaia in Trentino.  La sua 'casa' è un'area che si trova immediatamente fuori il santuario di San Romedio in Val di Non. Qui Bruno in questi anni ha imparato a vivere, ad accogliere i visitatori che da tutta Italia arrivano a visitare il santuario. Nel suo piccolo è diventato una star. Il sito è di proprietà della Diocesi di Trento e rappresenta un noto luogo di pellegrinaggio e turismo.

Quest'orso vorrebbe ricordare un'antica tradizione secondo la quale San Romedio avrebbe reso mansueto il plantigrado. Una leggenda antica tramandata negli anni secondo cui Romedio, ormai vecchio si sarebbe incamminato dal suo luogo di eremitaggio verso la città deciso ad incontrare il Vescovo di Trento Vigilio. Lungo il percorso il suo cavallo sarebbe stato sbranato da un orso. Romedio tuttavia non si diede per vinto e avvicinatosi all'orso sarebbe riuscito miracolosamente a renderlo mansueto e a cavalcarlo fino a Trento. Da qui l'immagine di San Romedio è rimasta legata all'orso e ancora oggi chi si reca al santuario la può ritrovare ben spiegata.

“Bruno vive in uno spazio di circa un ettaro, in un ambiente non consono alla vita di un plantigrado che necessita, per vivere dignitosamente, di aree molto estese, boschi, corsi d’acqua di ampie dimensioni. A San Romedio queste condizioni non esistono” scrive nell'interrogazione Lucia Coppola. 

Fermo restando che gli animali hanno il diritto di vivere la loro vita nel loro habitat naturale, dove possono esprimere comportamenti naturali, quando vivono in cattività deve essere loro garantito uno spazio adeguato e condizioni di vita che rispettino le loro esigenze. “Ma soprattutto – sottolinea la consigliera - non dovrebbero mai diventare un’attrazione turistica. Mi auguro quindi che la Diocesi di Trento, quando l’orso Bruno morirà, non lo sostituirà con un altro orso”.

La denuncia che arriva dalla consigliera Coppola fa riferimento ad alcune segnalazioni secondo le quali “ultimamente il recinto dove vive Bruno è coperto di escrementi. Persino alcuni bambini presenti si chiedevano perché nessuno pulisse”.

La Provincia ha competenza in materia di tutela della fauna selvatica e del benessere animale. Anche un orso detenuto in cattività è soggetto a queste norme, in particolare per quanto riguarda le condizioni igienico-sanitarie, l’adeguatezza dello spazio e delle cure.

“La Provincia autonoma di Trento – continua Coppola - attraverso i propri servizi competenti, deve garantire il rispetto delle norme in materia di fauna, anche nel caso di animali custoditi in contesti non naturali; eventuali sofferenze, patologie o carenze nella gestione dell’animale rappresenterebbero non solo un problema etico, ma anche un danno all’immagine del territorio e delle istituzioni che vi operano. La custodia di un esemplare di orso bruno, specie protetta e tutelata a livello europeo, implica precisi obblighi in termini di spazio, cure veterinarie, alimentazione e condizioni ambientali, conformemente alla normativa vigente in materia di benessere animale e tutela della fauna selvatica”.

Da qui l'interrogazione depositata nelle scorse ore nella quale Lucia Coppola chiede alla Giunta se intenda verificare le condizioni igienico sanitarie in cui vive attualmente l’orso a San Romedio ed eventualmente chiedere informazioni alla Diocesi di Trento, ai Comuni interessati e alla Comunità della Val di Non. Oltre a questo chiede sempre alla Giunta se non ritenga, in un futuro, quando l’orso Bruno morirà, sempre sentiti gli attori interessati, proporre la realizzazione di una scultura di legno raffigurante l’orso, da erigere nei pressi del Santuario a memoria della leggenda dell’eremita Romedio di Thaur e del suo orso.

 

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